GLI OASIS INCANTANO CARDIFF NELLA NOTTE DELLA REUNION
“Hello. It’s good to be back.”
Così, tra luci accese, cori da stadio e un boato da brividi, gli Oasis sono risorti. Cardiff ha vissuto un momento che sa di storia: dopo 16 anni di silenzi, litigi e carriere da solisti, Liam e Noel Gallagher sono tornati fianco a fianco sul palco del Principality Stadium per una delle reunion più attese della storia del rock.
Davanti a 74.000 fan in delirio, il primo brano della serata non poteva che essere Hello, manifesto della band e segnale inequivocabile: gli Oasis sono tornati, e lo hanno fatto alla grande.
“È bello essere tornati”, ha dichiarato Liam Gallagher al termine del pezzo, visibilmente emozionato, prima di lanciarsi insieme a Noel in Acquiesce, brano simbolico in cui i due fratelli si dividono le strofe e si uniscono in quel ritornello che oggi ha il sapore della pace ritrovata: “Because we need each other / We believe in one another”.
Una notte indimenticabile
Il concerto di Cardiff ha segnato l’inizio di un tour mondiale da 41 date, che toccherà Regno Unito, Irlanda, Stati Uniti, Giappone, Australia e Brasile. Un evento imponente, capace di smuovere una macchina organizzativa da quasi un milione di biglietti venduti. Non sono mancate polemiche, con indagini sulle speculazioni dei rivenditori online, ma nulla ha potuto fermare la febbre Oasis.
La scaletta è stata un tuffo nei momenti più gloriosi della band: Some Might Say, Cigarettes and Alcohol, Morning Glory, Live Forever, fino all’immancabile chiusura con Champagne Supernova e Don’t Look Back in Anger, quest’ultima intonata da tutto lo stadio come un inno collettivo alla riconciliazione.
Una superband per un ritorno epico
Accanto ai Gallagher, una formazione che potremmo definire “superband”: il membro fondatore Paul “Bonehead” Arthurs, i fedelissimi Gem Archer e Andy Bell, e nuove presenze come Joey Waronker (batterista per R.E.M. e Beck) e Jess Greenfield, proveniente dal progetto solista di Noel. Un mix di storia e freschezza che ha saputo restituire agli Oasis una solidità sonora moderna, senza snaturare la loro anima brit-pop.
E Noel, prima di salire sul palco, lo aveva detto chiaro: “It’s done. There’s no going back.”
Una frase che, per i fan, suona come una promessa.
Richard Ashcroft, ospite d’onore
Ad aprire la serata, Richard Ashcroft, storico frontman dei Verve, ha scaldato il pubblico con una performance magistrale. Brani come Sonnet, Space and Time e The Drugs Don’t Work hanno anticipato una strepitosa Bitter Sweet Symphony, dedicata proprio ai fratelli Gallagher. “Essere qui è un onore. Questa è la più grande band rock della nostra epoca”, ha dichiarato Ashcroft tra gli applausi.
Brit-pop is (still) alive
Non è solo nostalgia: la reunion degli Oasis ha unito due generazioni sotto lo stesso cielo gallese. I ventenni di ieri e quelli di oggi si sono ritrovati, gomito a gomito, con magliette “mod”, bucket hat, e il cuore pieno di emozione. In un’epoca dominata dall’incertezza, la musica degli Oasis ha dimostrato di saper parlare ancora a tutti, senza barriere di età o tempo.
Il tour è appena cominciato, ma una cosa è certa: la leggenda è di nuovo in cammino. E questa volta, sembra che i fratelli Gallagher abbiano deciso davvero di guardare avanti. Insieme.